Credo che sia necessaria un attimino di conoscenza chimica a riguardo...
Di additivi ne esistono poche macrocategorie...
Iniziamo dalle cloroparaffine, detti anche additivi EP (Extreme Pressure) che sono presenti nell'olio del cambio e ingranaggi Questi restano adesi al metallo proteggendolo e garantendo la massima scorrevolezzo anche in condizioni di carico elevato. HAnno il difetto che se sovrtadosati o messi dove non dovrebbero attaccano i alcuni metalli (come il bronzo) a riguardo vi invito a controllare le differenze tra oli GL4 e gl5 per cambio: il GL5 nonostante sia maggiormente additivato e protettivo non può essere usato in alcuni cambi dove vi sono i sincronizzatori in bronzo; quindi almeno nel cambio rispettate la gradazione scelta dal costruttore. Nel motore non li metterei, anche se persone che per anni hanno utilizzato il famoso ZX1 che lo conteneva non hanno avuto problemi.
Poi vi sono le stostanze solide in sospensione: e via con Fullereni, nutruro di boro esahonale, teflon, Bisolfuro di molibdeno. Ognuina di queste sostanze ha le prorie caratteristiche chimico-fisiche; ma per tutti è importante (a parte per il fullerene che è quello) che le particelle siano microscopiche in modo da non fermarsi al filtro dell'olio tappandolo; qundi rivolgersi alle migliori aziende (Sintoflon a quanto pare lo è!!!). Inoltre questi microsolidi necessitano di un carrier che li veicola, li disperda in modo da trovarsi sui "campi dello sforzo" in giuste proporzioni
Il fullerene non è altro che una molecola con 60 atomi di carbonio legati secondo la trama pentaesagonale di un pallone da calcio: esso trasforma l'attrito da radente (strisciamento) in volvente (rotazione) nei punti di contatto dove si interpone la molecola (immaginate fasce e bronzine) l'usura e la scorrevolezza migliorano per via del cambio della legge fisica a cui è sottoposta la zone (l'attrito volvente è moooollltooo minore del radente). Inoltre il carbonio è stabile per natura ad elevate pressioni e temperature. Al momento no ho visto additivi (Bardhal a parte) con tale principio attivo (e il renox è cloroparaffina come lo zx1). Essendo in sospensione va via al cambio olio
Il PTFE i Teflon è il materiale sintetico con il minor coefficiente di attrito radente al mondo (come ghiaccio bagnato su ghiaccio bagnato) e uno dei pochi ad avere un coefficiente ugualmente basso nell'attrito con se stesso. Tale catena microionizzata garantisce interponendosi tra le parti di abbassare il cieff di attrito, minore usura e maggior scorrevolezza. Resta inoltre attaccata per quanto possibile al metallo per vie di forze chimiche del secondo ordine. Ecco perchè elimina trafilamenti di olio (tre versioni di Sintoflon in base alla microionizzazione della molecola) e non va via completamente al tagliando. A temperature elevate/issime degrada, ma senza lasciare residui dannosi.
Disolfuro di molibdeno, grafite, Nitruro di boro esagonale sono i più famosi lubrificanti solidi. essi abbassano l'attrito grazie alla loro struttura chimica (prismi triangolari per Molibdeno ed esagoni piani per gli altri che scorrono grazie alla forze di van der Waals). Possono essere additivati a tutto e sono tra i segreti della modernità (additivati ai cuscinetti a sfera li si rende autolubrificanti ad esempio). Microionizzati funzionano abbassando l'attrito radente, ma si perdono quasi tutto al cambio olio visto che non possiedono particolari adesività (il discorso è in generale visto che sono tre molecole diverse). Il nutruro di boro è la più inerte di tutte e credo che abbia un coeff di attrito basso quanto il teflon. In generale non restano attaccati alla superficie. Hanno però coeff di attruto lievemente più basso del teflon.
PS: Solitamente se un additivo/olio resta adeso alla superficie è anche un buon protettore EP, facensodi carico anch'esso dello sforzo del metallo (esempio del velo d'olio interposto dente/dente in un ingranaggio)